Siamo a Gussago, in provincia di Brescia, nell’area più orientale della zona Franciacorta, dove un omone di nome Nicola coltiva con amore e passione i suoi 5,5 ettari. Un produttore che ha sempre messo in primo piano la natura, rispettandola e assecondandola attraverso il suo savoir-faire e attraverso un approccio che segue i principi della biodinamica . Gli spumanti di Nicola Gatta nascono dalle classiche uve della zona, Chardonnay e Pinot Nero, coltivate a circa 400 metri di altitudine su colline di matrice calcarea. In vigna il giovane produttore rinuncia a qualsiasi forma di chimica che prevede fertilizzanti, insetticidi o erbicidi, lasciando che la natura trovi spontaneamente la sua strada. In cantina le fermentazioni sono spontanee, ovvero catalizzate da lieviti indigeni, e non si ricorre a filtrazioni, chiarifiche e aggiunta massiva di solforosa. Inoltre i tempi di affinamento vengono tradotti in lune, seguendo i principi biodinamici, quindi ogni luna corrisponde a circa 29 giorni, ovvero il periodo compreso fra due lune nuove.
Il “Quattrocento 40 Lune” è uno spumante ottenuto da un uvaggio di Chardonnay e Pinot Nero, con uve coltivate in quel di Gussago seguendo una filosofia sostenibile che segue i precetti della biodinamica. In cantina, dopo raccolta delle uve con attenzione maniacale al grado di maturazione, si prosegue con fermentazione alcolica spontanea sui vini base che non vengono filtrati o chiarificati. Rifermentazione in bottiglia e lungo affinamento sui lieviti è di circa 40 mesi. nel calice con veste gialla paglierina abbastanza intensa e la consueta bollicina fine e persistente. Tra i vini di Nicola segna forse la mediana tra bevibilità compulsiva e profondità, con note al naso di talco, acacia e scorza d'agrume. Il sorso è pieno ma al contempo slanciatissimo e vitale, dinamico anche nell'evoluzione se riassaggiato a più riprese.
Siamo frutto dell'amore, siamo frutto del rispetto, siamo frutto della natura, siamo un frutto.
Sembra passata una vita da quando nostro nonno e i nostri padri scaricavano casse di uva nello spiazzo dietro casa per poi trasformarla in vino; giocavamo tra i grappoli e le api e quel profumo già ci inebriava, tracciando il nostro destino.
Oggi, in quegli stessi luoghi e in quelle stesse vasche di fermentazione, arrivano e riposano i nostri vini: sì, nostri, anche se non prodotti da noi, nostri perché i vini che vendiamo sono anche i vini che beviamo.
Il catalogo Vinetic accoglie questi vini, non raccoglie, accoglie, come fosse una famiglia, una famiglia etica... alla ricerca dei criteri che consentono all'individuo di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto degli altri, la libertà dei produttori, piccoli e grandi, la libertà di noi bevitori. Prosit!
Gennaro e Fabrizio
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